I disturbi del sonno possono compromettere la qualità della vita, alterare importanti funzioni dell’organismo, abbassare le difese del sistema immunitarie con conseguenti ed importanti problemi di salute.
Il debito di sonno può dar luogo a risposte emotive incontrollate, sovvertendo umore e buon equilibrio psichico. È a volte all’origine di sovrappeso ed obesità perché scatena fame emotiva e ricerca incontrollata di cibi dolci e consolatori. Altera la concentrazione e la memoria ed è spesso causa di incidenti stradali ed infortuni sul lavoro.
Differenti le cause dell’insonnia: abitudini di vita scorrette, difficoltà digestive, apnee ostruttive notturne, malattie sistemiche, ansia, stress, depressione.
I momenti più a rischio sono nella vita sicuramente la menopausa e l’età avanzata e durante l’anno i cambi di stagione ed il passaggio all’ora solare, o viceversa all’ora legale.
L’insonnia si può manifestare generalmente in tre tipologie: insonnia iniziale, con difficoltà ad addormentarsi; insonnia intermittente, caratterizzata da frequenti risvegli; insonnia terminale, con risveglio precoce ed incapacità a riaddormentarsi.
Insonnia e depressione
Se ci si sveglia molto presto al mattino, il disturbo del sonno può essere un sintomo correlato ai disturbi dell’umore. Questi, dal punto di vista fisiologico, sembrano legati soprattutto al cattivo funzionamento dei neuroni che utilizzano i neurotrasmettitori serotonina e noradrenalina. Viene anche coinvolto il sistema neuroendocrino ed in particolare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che controlla il rilascio dell’ormone cortisolo, uno dei responsabili del fenomeno della depressione e dello stress nell’uomo.
I farmaci più comunemente usati per combattere l’insonnia sono le benzodiazepine, utili senz’altro in alcune circostanze cliniche, ma la loro somministrazione richiede molta cautela, perché a lungo andare possono provocare dipendenza ed effetti collaterali importanti.
Uno studio pubblicato nel gennaio 2023 sul Journal of Alzheimer’s Disease ha riportato un rischio aumentato di declino cognitivo e di forme di demenza correlato all’uso continuativo di benzodiazepine. (si parla del doppio rispetto a chi non le assume).
E allora, come intervenire prima che i disturbi del sonno si protraggano nel tempo, si cronicizzino e diventino di pertinenza medica?
Occorre favorire innanzitutto il rilassamento e l’equilibrio psicofisico durante la giornata.
Ci vengono in aiuto l’attività fisica praticata con regolarità, yoga, mindfulness, terapia cognitivo-comportamentale. Grande alleata l’alimentazione e l’integrazione con nutrienti funzionali, vitamine, minerali.
Insonnia, alimentazione ed integrazione
Alcuni alimenti sembrerebbero favorire la sintesi di serotonina, adrenalina, melatonina, gli ormoni che regolano l’umore, determinando di conseguenza anche un miglioramento del riposo.
Preferibili alimenti ricchi di triptofano, coinvolto nella sintesi della melatonina, come latticini, formaggi, uova, carni bianche, pesce che contengono vitamina B3 e B6, grazie alle quali il triptofano si trasforma in serotonina.
Altri alimenti utili sono verdure a foglia verde, spinaci, carciofi, cereali integrali, banane, cacao, ricchi di Magnesio, implicato nel rilassamento neuromuscolare e nel sonno.
Integratori a base di SAMe, Inositolo o vitamina B7e Magnesio, come InoSAMe Brain di Promin, sono molto utili al buonumore ed al buon sonno.