Dolore diffuso muscolo-scheletrico, stanchezza cronica, rigidità articolare, ansia, depressione, disturbi del sonno: ecco i maggiori sintomi della fibromialgia, patologia complessa che vede la presenza di sofferenze fisiche e mentali e che richiede per questo un approccio terapeutico polispecialistico.
Colpisce soprattutto il sesso femminile e le sue cause non sono ancora note. Gli esperti ipotizzano, come fattori predisponenti che possono concorrere alla patogenesi della malattia, l’ereditarietà, i fattori genetici, la comorbidità (soffrire di malattie reumatiche, autoimmuni, di squilibri ormonali e metabolici, traumi fisici e psicologici, sindromi da stress post-traumatico).
Una soglia del dolore più bassa
L’ipotesi più accreditata è che nella fibromialgia sia alterato il modo in cui il cervello percepisce il dolore. Chi soffre di fibromialgia avrebbe un aumento della sensibilità cerebrale agli stimoli dolorosi e quindi una soglia del dolore più bassa della norma.
La complessità della malattia richiede la competenza polispecialistica di reumatologi, immunologi, neurologi, psichiatri, nutrizionisti. Non esiste una vera cura per la fibromialgia, che viene semplicemente tenuta sotto controllo con cambiamenti dello stile di vita per migliorare lo stato di salute generale e con la somministrazione di antinfiammatori, analgesici, terapie psicologiche e farmaci antidepressivi, mirati al rilassamento ed alla riduzione dello stress.