I più comuni disturbi del distretto epatico sono steatosi epatica, insufficienza epatica, epatite, calcoli alla colecisti e sono di pertinenza medica. E’ soprattutto la steatosi non alcolica, termine tecnico per definire il “fegato grasso,” la condizione sempre più diffusa nei paesi industrializzati. Si ritiene che almeno un terzo della popolazione ne soffra e coinvolga fasce d’ età sempre più basse. Questa malattia, annoverata tra le malattie del benessere economico, trova la sua origine in un’alimentazione troppo ricca di carboidrati raffinati, zuccheri e cibi processati. Si manifesta come NAFLD, la forma più silente e non riscontrabile a livello ematico e come NASH, steatoepatite non alcolica, la forma più importante e conclamata, dove l’accumulo di grasso genera progressivo danno epatico e può portare a sviluppo di fibrosi fino ad una possibile trasformazione cellulare in epatocarcinoma. Risulta quindi sempre più importante di questi tempi curare il fegato.
Oggi ci sono promettenti farmaci ancora in via di sperimentazione che consentirebbero di fare regredire il danno epatico e bloccare la sua progressione.
IL RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE E DELLO STILE DI VITA
La prima linea terapeutica raccomandata da tutte le linee guida internazionali per i disurbi del distretto epatico e per curare il fegato resta la modifica delle abitudini alimentari e dello stile di vita. E’ questo è ancora più risolutivo quando siamo di fronte a disturbi epatici meno importanti, ad un semplice rallentamento del lavoro del fegato, ad un temporaneo sovraccarico tossico a danno di questo organo. I sintomi di questi disturbi sono spesso vaghi e generici ed interessano la funzionalità di tutto l’organismo, umore e funzioni cognitive comprese.
STANCHEZZA, STRESS, DIFFICOLTA’ DIGESTIVE, STITICHEZZA: LA CAUSA PUO’ ESSERE IL FEGATO
Le funzioni del fegato sono molteplici. Questa preziosa ghiandola è infatti il principale sistema di depurazione del corpo: filtrando il sangue neutralizza tossine, farmaci, alcool, droghe, inquinanti. Attiva e regola non solo la digestione e quanto ad essa connesso, ma anche tutti i principali processi metabolici, ormonali, biochimici, immunologici dell’organismo.
Stanchezza e sonnolenza postprandiale, difficoltà digestive e stitichezza, alitosi, pelle impura e capelli fragili, ma anche difficoltà di concentrazione, ansia ed umore depresso sono alcuni tra i sintomi più frequenti di un rallentamento del lavoro del fegato. Essi ci indicano che è necessario prendersi cura di questo organo prezioso, curare il fegato favorendo la sua efficienza, implementando le sue capacità di detossificazione e di drenaggio.
La modifica dello stile di vita e delle abitudini alimentari con l’eliminazione delle bevande alcoliche, degli zuccheri, dei cibi processati; l’utilizzo di carboidrati integrali e dei grassi buoni, l’attività fisica si rivelano la strategia di base vincente nella lotta ai nemici del fegato.
Gli integratori nutrizionali utili per attivare il lavoro del fegato.
Alcuni estratti vegetali (curcumina, silimarina, manna integrale da Frassino, ecc.); vitamine, soprattutto vitamina C, preferibilmente nella forma di ascorbato di Magnesio che unisce anche i vantaggi dell’integrazione di Magnesio, vitamine del gruppo B, vitamina E; antiossidanti come glutatione; sostanze metilanti e lipotrope, tra le quali soprattutto Inositolo, il grande amico del fegato e Colina.
INOSITOLO E METABOLISMO EPATICO
Fattore vitaminico del gruppo B, l’Inositolo è un nutriente importante per il benessere e la funzionalità del fegato. Supporta la sua funzione di filtro delle tossine, aiuta a fluidificare la bile, svolge una funzione lipotropa volta alla mobilizzazione dei grassi da questo organo. Questa funzione è di fondamentale importanza perché il deposito di grasso e di bile nel fegato si associa spesso, come abbiamo visto, allo sviluppo di disturbi gravi quali steatosi, dislipidemie, ecc. Inoltre, l’Inositolo svolge un’azione benefica anche sul metabolismo glicidico, la cui alterazione è sovente associata a quella lipidica, come ad altre anomalie metaboliche.